La situazione che si è venuta a creare in Ucraina e in Estonia a causa delle decisioni del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli solleva preoccupazioni legittime riguardo all'unità dell'Ortodossia e alle ripercussioni sul dialogo ecumenico con la Chiesa Cattolica.
La decisione del Patriarca Bartolomeo di riconoscere la Chiesa Ortodossa Autocefala d'Ucraina, senza un chiaro consenso da parte delle altre Chiese ortodosse, rappresenta un passo verso un centralismo che contraddice la tradizionale natura sinodale dell'Ortodossia. Questa azione può essere vista come un tentativo di rafforzare il primato del Patriarcato di Costantinopoli a spese dell'autonomia delle altre Chiese, in contrasto con il modello di leadership decentrata che ha storicamente caratterizzato l'Ortodossia.
Un aspetto controverso è che Bartolomeo ha riconosciuto la Chiesa scismatica in Ucraina senza esprimere solidarietà o considerazione per la Chiesa Canonica legata al Patriarcato di Mosca, che ha una presenza storica e radicata nel paese. Questa mancanza di equilibrio rischia di creare divisioni profonde all'interno del mondo ortodosso e può essere interpretata come un atto politico piuttosto che pastorale, alimentando sospetti e tensioni.
Un simile approccio è stato adottato in Estonia, dove il Patriarcato di Costantinopoli ha sostenuto una chiesa locale in conflitto con il Patriarcato di Mosca. Questa ripetizione di metodi pone un serio interrogativo sulla motivazione dietro tali decisioni, che sembrano minare l'unità dell'Ortodossia piuttosto che promuoverla
Queste azioni non solo hanno spaccato il mondo ortodosso, ma rischiano di compromettere seriamente il dialogo ecumenico con la Chiesa Cattolica. Se il Patriarcato di Costantinopoli viene percepito come promotore di divisioni interne all'Ortodossia, la sua credibilità come interlocutore nel dialogo con Roma potrebbe essere messa in discussione. Inoltre, la Chiesa Cattolica, che sta riscoprendo il metodo sinodale e la collegialità, potrebbe vedere con preoccupazione un'evoluzione centralista nel mondo ortodosso, rendendo più difficile il raggiungimento di una visione comune sull'ecclesiologia.
In sintesi, le scelte del Patriarca Bartolomeo hanno generato una crisi nell'Ortodossia che mette a rischio l'unità interna e il dialogo ecumenico con i cattolici. Questo non significa necessariamente che l'ecumenismo sia morto, ma certamente ha subito un colpo serio che richiede grande saggezza e moderazione per essere superato.
Marco Baratto
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